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Tanisha accettando di seguire l'archeologo ha potuto testare non solo la sua sapienza, ma anche e soprattutto l'estrema dedizione al lavoro e allo studio. Un viaggio folle durato 20 giorni che sono sembrati 20 secondi, letteralmente. Il ciclo giorno notte totalmente stravolto dal fatto che l'uomo non ha semplicemente orari: se ha un'idea, la segue come un segugio fin quando non l'ha totalmente sviluppata. Hanno battuto palmo a palmo l'isola e hanno recuperato tutto il materiale che si erano prefissati di recuperare, un lavoro immane che ha costretto la bella sudafricana a catalogare specie di uccelli che si credevano estinte o mai esistite. Venti giorni in cui le sue certezze sono letteralmente crollate e riformate sotto altre prospettive. Hanno parlato tantissimo, perché le notti insonni dell'archeologo hanno presumibilmente trovato "ristoro" nelle selvatiche sinapsi della donna. Il viaggio è terminato da una settimana, Tanisha è stata con Claudia qualche giorno e ora ha fatto ritorno a casa. La nave dell'Archeologo è sparita all'orizzonte e pare proprio che la mancanza si senta eccome. Il tramonto sembra più inchiostrato del solito, e quei venti giorni che avrebbero distrutto chiunque, sembrano lontani secoli e secoli. Un vortice, un frullatore che ti porta via tutto e ti lascia sgomento 
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20 giorni che sono sembrati 20 secondi... o 20 anni, dipende dai punti di vista.
Tanisha ha retto più che bene, le sue "selvatiche sinapsi" hanno trovato nutrimento e veleno al tempo stesso, ad un ritmo serrato che le ha viste decomporsi e rinascere più e più volte.
Si è praticamente tramutata in una sanguisuga, ha attinto a tutto il sapere che Aleister le ha messo a disposizione, se l'è succhiato dalla prima all'ultima goccia, senza praticamente dormire, mangiando pochissimo e solo quando se ne ricordava, perdendo completamente il senso del tempo e dello spazio, ricreando una dimensione tutta per sè, anzi, tutta per loro, dove sguazzare incuranti di tutto e di tutti.
E' tornata a casa con le occhiaie e le pupille dilatate che le fanno gli occhi grandi da cerbiatto, e con una mole inquantificabile di ricerche, foto e documentazioni inedite.
Claudia si è ritrovata una Tanisha completamente stravolta; per la prima volta non l'ha inondata subito di chiacchiere, anzi, le ha detto solo poche parole: "ti prego fammi dormire"; ha dormito praticamente due giorni di fila, e per altri due giorni non ha fatto altro che mangiare, mentre di buona lena rivedeva e trascriveva tutti i dati.
Comunque, ora Tanisha è tornata a casa sua, e tutto dovrebbe essere tornato alla normalità; se non fosse per quel silenzio assordante che si ritrova non solo attorno ma anche dentro la testa, se non fosse per i colori dei tramonti che si susseguono e che sembrano volerle ferire gli occhi.
Al momento è sera, e Tanisha sta mangiucchiando una pizza da asporto davanti alla tv; indossa solo una maglia un pò logora e molto larga, è scalza e tutta rannicchiata sul divano.. -
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Mentre Tanisha è davanti alla televisione, squilla il telefono. Dovesse andare a rispondere, sentirà la voce di Aleister dall'altra parte <ciao Tati...> la chiama così da quando sono entrati un po' più in confidenza, probabilmente è il solo a chiamarla in quel modo <senti, sono appena arrivato in città. Ti va una cena di pesce? Sono al Belmond Mount Nelson Hotel> forse il più esclusivo di Città del Capo <ho consegnato la ricerca che abbiamo fatto e mi piacerebbe festeggiare> . -
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Lo squillo del telefono è qualcosa che stona, sussulta e fa una smorfia quasi di dolore; sbuffa e si allunga sul divano per raggiungere il telefono, sbottando subito <dio mio Claudia ti ho detto che sto bene, smettila di chiamarmi ogni due ore, stai con Rigoletto, scopate un pò, così vi passa l'ansia>
Anche il "ciao Tati" risulta come una stonatura, e pure grossa, contando anche la figura di merda che "Tati" ha appena fatto; alza gli occhi al cielo e impreca, solo col labiale però <ah sei tu scusa mi hai colta impreparata> Non cerca nemmeno di recuperare, quel che è detto è detto <va bene, ti raggiungo> Chiude il telefono, gli butta proprio giù la comunicazione in faccia, per poter imprecare ad alta voce <idiota Tati, veramente idiota!>
Spegne la tv e si prepara, non ci mette tanto, si pettina giusto un pò e poi si infila in un vestito nero di tessuto leggero, bustino stretto e gonna larga che le arriva fino alle ginocchia; ai piedi decolletè nere e via, esce di casa, prende la macchina e raggiunge l'hotel; si ferma alla reception, chiedendo del capitano.. -
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Aleister nemmeno ha tempo di rispondere, perché Tanisha lo scambia per Claudia e poi gli sbatte il telefono in faccia. Niente, l'hotel la aspetta e, con sua somma sorpresa, non trova praticamente nessuno se non Aleister stesso e lo staff di sala <ciao Tati... ben arrivata. Scusa per il poco preavviso, ma non credevo di avere così tanto tempo oggi. Un paio di impegni annullati e ho fino a domani prima di ripartire> su un carrellino accanto al tavolo c'è un mazzo di fiori, delle rose rosse <queste sono per te...> nel dargliele, tenterebbe di accarezzarle la guancia sinistra <sei splendida...> le portate di pesce e il vino stanno già arrivando. Lui indossa una camicia mezza manica blu, pantaloni di lino e scarpe da vela nere . -
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Il capitano ha pensato a tutto, anche se con poco tempo a disposizione.
Tanisha, ancora impegnata a maledirsi dentro di sè, si guarda attorno con una espressione a metà tra il confuso e il sospettoso, come se l'hotel praticamente vuoto avesse qualcosa che la mette in allarme.
<impegni con chi?> Le scappa quella domanda, quando sente degli "impegni annullati", mentre visualizza il mazzo di rose, lo prende, lo annusa <grazie>
Forse aggiungerebbe altro a quel "grazie" ma lui la accarezza, e lei lo guarda quasi sconcertata; riappoggia il mazzo di rose, cerca di fare un passo indietro, la salva il fatto che la cena è pronta quindi c'è da sedersi a tavola <avrei preferito avere una copia della ricerca prima che tu la consegnassi, ma va bene lo stesso> Ecco, di nuovo finalmente la distanza di sicurezza che le permette di tranquillizzarsi. -
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<due seccanti e noiosi appuntamenti con il ministro della cultura britannico e quello dei beni culturali sudafricano> insomma, c'è gente che pagherebbe per due appuntamenti simili, lui li trova semplici contrattempi <non ci siamo capiti Tati... io ho consegnato la mia parte, sulla tua ho detto che ci avresti pensato tu. Il merito è tuo, le scoperte e gli studi sono tuoi. Io non voglio offuscare il tuo lavoro, sarai tu a consegnarla quando sarà il momento> si siede, mentre inizierà ad arrivare ogni genere di leccornia <senti, ma tu, il tuo ambulatorio non hai mai pensato di darlo in gestione?> . -
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Solleva un sopracciglio nell'apprendere con chi erano gli appuntamenti mancati, ma non aggiunge altro; si mette a mangiare, quello si, deve ancora recuperare i 20 giorni di semi digiuno.
Solleva di nuovo un sopracciglio, pare sorpresa, ma cerca di non esprimerlo troppo; deglutisce, beve e poi risponde laconica <ah ok. comunque è praticamente pronta, domani la finisco di certo, perchè l'ambulatorio è chiuso per turno e quindi ho più tempo a disposizione> Una breve pausa, poi aggiunge <però mi farebbe comunque piacere leggere la tua parte>.
Torna il silenzio tra loro, mangiano entrambi in quella strana atmosfera; la domanda del capitano la coglie un pò alla sprovvista; corruga la fronte <in che senso scusa?>. -
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<oh, certo...> allunga una mano e recupera un volume finemente rilegato <ecco a te, leggi pure con calma a casa, è lunghetta...> e corredata di illustrazioni, direbbe qualcuno <nel senso che potresti darlo in gestione e venire più spesso con me... nel caso in cui dovessi ripartire per altre ricerche sul campo. Ad ogni modo, il governo mi ha proposto di dirigere il Centro Oceanografico di Cape Town...> un progetto mastodontico, costato milioni di rand sudafricani <non so, volevo prima parlarne con te...> . -
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Il volume che lui le porge suscita in Tanisha più effetto rispetto a quello suscitato dal mazzo di rose rosse; si pulisce le mani, in fretta ma con attenzione, e lo prende e comincia subito a sfogliarlo; si mette già a leggere, ma ecco che lui la esorta a farlo con calma e a casa, e lei, anche se faticosamente, rialza il capo e richiude il tomo.
Per la prima volta, almeno in quella serata, gli sorride <grazie Alì> A quanto pare anche lui si è conquistato un nomignolo, in quei 20 giorni di condivisioni.
Tornando all'ambulatorio, Aleister le spiega il perchè della sua domanda, e lei rimane un pò perplessa; fa spallucce <ho colleghi valenti. ma non ci ho mai pensato>
Quando poi di lì a poco lui le dà notizia della proposta che ha ricevuto, Tanisha sgrana gli occhi <non capisco perchè ne dovresti parlare con me, non ho certo voce in capitolo. posso solo farti notare che è una occasione assolutamente unica>. -
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sta mangiando e guarda Tanisha sia nelle reazioni che nel rispondere <figurati, diciamo che sei stata parte integrante dell'impresa, oserei dire ben più di un semplice dettaglio> è sincero, non la sta adulando. Quando lei fa quell'ultima considerazione, le risponde con totale serenità <beh, perché dopo quei venti giorni passati insieme, dove ci siamo confrontati su qualsiasi cosa, non riesco a pensare a prendere delle decisioni senza prima parlarne con te. Sei semplicemente la mia Sigma Octantis...> la stella polare del sud, anche chiamata Polaris Australis . -
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Si sono conosciuti più "intimamente" di quello che si potrebbe pensare in quei 20 giorni, perciò Tanisha comprende bene che le parole di Aleister sono sincere, e lo guarda annuendo, con un sorrisetto grato che le increspa le labbra.
Riprendono a mangiare, il ritmo sta calando, le pance cominciano ad essere piene, o forse, più probabilmente, i discorsi cominciano a farsi consistenti.
Aleister la paragona alla stella polare, Tanisha lo osserva in totale silenzio per un tempo indefinito <attento alle parole capitano. hanno un peso ed una valenza, e devono essere meritate>. -
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finisce di mangiare e riempe il bicchiere di vino sia per se che per Tanisha <so molto bene come si pesano le parole, specialmente con una come te> sa chi sia lei a livello energetico, sia per le sue origini che per ciò che rappresenta <mi sei entrata sotto la pelle, anche se tendi a non essere semplice e non ci siamo conosciuti in circostanze facili per via di Violetta, posso affermare sinceramente che, ora come ora, la tua assenza mi fa male. La nave è vuota, la tua cabina vuota mi mette a disagio... non ti so dire il perché, ma è così> . -
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In quei 20 giorni erano talmente impegnati a studiare e scoprire e studiare ancora che entrambi si sono dimenticati di mettere i rispettivi filtri; le energie di entrambi si sono palesate, e anche su quel livello c'è stata scoperta.
Per questo ora i due si ritrovano lì, l'uno di fronte all'altra, a parlarsi e confrontarsi; ma stavolta non c'è nessuno studio di mezzo, quindi le cose si fanno più complicate.
Aleister non ci gira attorno, Tanisha non è da meno <posso dire lo stesso di te. anche la luce è diversa, mi brucia gli occhi> Si morde il labbro, beve il vino, si lascia andare ad un sospiro <siamo nei guai?>. -
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a quel "siamo nei guai?" l'archeologo risponde scrollando le spalle <non ci ho mai pensato. Un guaio è una cosa brutta, questa non me lo sembrerebbe affatto> si confrontano, si guardano e si percepiscono <poi se per te è un guaio, lo posso capire. Una come te deve fare attenzione, un uomo se si avvicina troppo può ottundere i tuoi flussi energetici, immagino anche che tu non abbia mai giaciuto con un uomo> sono custodi, donne dall'energia millenaria, c'è da stare attenti <sei anche molto civilizzata per ciò che rappresenti. Porti le scarpe, ti vesti molto occidentale... ci sono donne che rappresentano ciò che rappresenti tu che sono radicate con la madre terra senza filtro alcuno> .
Effetto Aleister |
