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Sembra che le cose vadano meglio. Hanno visto il capannone che diventerà la panetteria, ha parlato con i tre ragazzi e con il padre, calcando decisamente la mano su quello che li aspetta. Non si è risparmiato, ha semplicemente detto quello che avrebbe voluto sentirsi dire lui quando ha iniziato: "vedete le date segnate in rosso sul calendario? Bene, cancellatele, perché è ferie per gli altri ma non per noi". I ragazzi non l'hanno presa benissimo, ma ha voluto essere onesto, soprattutto per il fatto che il loro padre sta scommettendo soldi e fiducia su tutti loro. Si sono presi una settimana per pulire e sistemare, il che vuol dire che Jerry è stato il primo ad arrivare e l'ultimo ad andarsene, ogni Santissimo giorno. Hanna si è occupata delle farine e delle materie prime, sarà lei a dover tenere la contabilità. L'idea di Jerry è quella di partire solo e unicamente come laboratorio, ovvero panificare e poi vendere direttamente ai negozi. Se funzionerà, apriranno anche il punto vendita. Stasera c'è stata l'inaugurazione, un sacco di gente è arrivata e ha provato i prodotti. Sembrano tutti molto felici, ora è finita e da lunedì si inizierà a lavorare sodo. Ha mandato a casa i ragazzi, l'impresa di pulizie pulirà tutto. Al momento sta camminando lungo la strada con Hanna, riflettendo su quanto successo e sul da farsi. Indossa una camicia a mezza manica, pantaloni e scarpe eleganti, capelli pettinati e barba fatta. La "coppia" sta attraversando una fase di stallo, si pensa al lavoro e a loro due si pensa poco e niente. Hanna esce con le amiche, ma con lui praticamente mai. Classici tempi da "frequentazione" e sembra che, a entrambi, vada bene così 
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Entrambi hanno dunque deciso alla fine; la nuova avventura al capannone è iniziata, o meglio, inizierà l'indomani, e le premesse della serata di inaugurazione appena trascorsa sono buone.
Sono partiti tutti e due come treni merci, ognuno compreso e assorbito dal proprio ruolo; le cose sono state organizzate al meglio, sono bravi entrambi quando si tratta di lavorare a testa bassa; ma la "coppia", e le virgolette sono davvero d'obbligo, è andata completamente in stand by.
Hanna ogni tanto esce con le amiche, ma non fa mai troppo tardi; ogni tanto sta anche a dormire dai genitori, intanto Jerry fa sempre più o meno tardi la sera; non parlano molto, se non di lavoro, e da quel punto di vista se la intendono parecchio.
Hanna stasera indossa un vestito azzurro con dei grandi girasoli stampati di qua e di là; ai piedi non le solite scarpe col tacco ma delle semplicissime ballerine gialle; niente trucco, come sempre, e nessuna acconciatura particolare per i capelli, che comunque sono belli lucidi, profumati e in ordine.. -
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mentre cammina la guarda, cercando istintivamente di prenderla per mano <allora Hanna? Sai che prima o poi dovremmo parlare di noi, vero?> la domanda rischia di essere pesantissima <non vorrei ritrovarmi come quelle coppie anziane che arrivano a cinquant'anni di matrimonio e vanno avanti per inerzia. Non penso sia normale che una coppia non esca mai o che lei rimanga a dormire a casa dei genitori. Direi che sarebbe opportuno parlare un momento, no?> di buono ha che non è uno che scappa . -
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Lui le prende la mano e Hanna, un pò assorta nei suoi silenziosi pensieri, tentenna un momento prima di stringergliela a sua volta.
Alza gli occhi al cielo <abbiamo avuto un pò da fare, non pensi anche tu? tu uscivi all'alba e tornavi a notte fonda, io sempre a casa da sola mi annoio, che devo fare, aspettarti come Penelope?> Il tono è già sulla difensiva, che non si sa mai <e le cose non andranno certo meglio da domani, anzi; quindi, prima ingraniamo e poi si vedrà; pensavo fossimo d'accordo, o no?>. -
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aggrotta la fronte <cosa vuol dire "prima ingraniamo e poi si vedrà?"> decisamente non è che ci capisca molto a livello di discorso <non è mia intenzione star fuori tutta la notte, anzi. Quei ragazzi devono essere responsabilizzati, sovrintenderò la panificazione, ma poi la fase finale dovranno farla da soli. Gliel'ho già detto e ne ho già parlato col padre. Ci sarò in caso di bisogno, ma io dovrò occuparmi di altre cose e potrò farlo soltanto di giorno. Devo cercare clientela grossa, come ristoranti e cose di questo genere. Non ci escono quattro stipendi se si vende al dettaglio, questa è un'altra cosa che ho già messo in chiaro> tornerebbe a guardarla <non senti il bisogno di stare con me? Di passare del tempo con me?> . -
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Continuano a camminare, lei guarda davanti a sè mentre lo ascolta, ma non nasconde una espressione un pò scettica.
Jerry alla fine le fa una domanda diretta, anche troppo, e Hanna si ferma per poterlo guardare negli occhi; ora è lei quella con la fronte aggrottata <ma stai scherzando? è ovvio che dovremmo prenderci del tempo per noi, altrimenti non capiremo mai e poi mai se siamo compatibili o no. ma adesso c'è il lavoro, è un progetto ambizioso, bisogna stare sul pezzo, concentrati. quindi non vedo alternative se non quella di continuare ad impegnarsi. poi si vedrà> Lo ripete, "poi si vedrà", tipo un mantra. -
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<ma io voglio vedere adesso, non poi Hanna...> mette subito le cose in chiaro <non esiste il "poi si vedrà" in Amore. O mi ami o non mi ami, non c'è una terza ipotesi. E se non mi ami, me ne vado. Io non ci rimango qui a vederti uscire con qualcun altro Hanna, non me lo chiedere, non esiste proprio. Non rimango qui a far finta di niente il giorno che tornerai sempre più tardi perché hai trovato finalmente quello con cui ti piace uscire e Jerry diventa solo l'amico con cui lavorare e basta> le lascerebbe andare la mano, per poi fronteggiarla <inizia a pensarci, perché io non sono qui per aspettare. Il lavoro non è una scusa, e non è un alibi. Se non ti viene naturale voler stare con me, sarebbe meglio farsi due domande perché a forza di pensare solo al lavoro si resta fregati> . -
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Lui la fronteggia, e lei resiste; non indietreggia, anzi, gli sta sotto a mento in su, è poco più bassa di lui; gli punta il dito indice al petto, ci picchietta sopra mentre parla, a sottolineare le proprie parole <no che non te ne vai. perchè domani inizi a lavorare e il progetto è meraviglioso, e perchè ci sono anche io in questo progetto, te l'ho proposto IO, IO ti ho trovato il capannone e i collaboratori, e tu, TU, non mi ci volevi nemmeno!> Non le è proprio andata giù il fatto che lui l'avesse automaticamente "sfrattata" dal progetto senza chiederle nulla, senza darle merito di nulla.
Sbuffa, è rabbiosa, frustrata, dispiaciuta <mi verrebbe naturale stare con te se ci fosse il tempo per farlo! fin'ora non abbiamo avuto tempo, cosa devo fare, lo invento?>. -
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sospira mentre lei risponde a tono <ti pare normale rinfacciarmelo ancora?> domanderebbe, appoggiandosi al parapetto che dà direttamente sul lago che c'è dentro al parco <va beh, d'accordo... vediamo dove ci porta questo periodo e poi prenderemo le dovute decisioni> ma si vede che non gli piace, è evidente . -
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Incrocia le braccia al petto, piccata <si. problemi?>
Jerry si rassegna, almeno a parole, ma il linguaggio del corpo dice ben altro; Hanna non è una sciocca, e lo conosce, meglio di quando lei stessa creda probabilmente; lascia passare qualche minuto di pesantissimo silenzio, lo osserva con la coda dell'occhio mentre fa finta di guardare il lago.
Alla fine sospira <cosa c'è? sai che non mi piace vederti così> Una breve pausa, poi aggiunge <cosa proponi?>. -
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<non mi piace...> replica, piccato <non mi piace che una relazione sia fatta al 99% di lavoro e per il restante 1% di "si vedrà". Non è un contratto, è un percorso. Anche per quello che riguarda il lavoro, una come te che è abituata a gestire ordini da centinaia di migliaia di dollari, si mette a registrare fatture di farina e scatole di pelati? Dobbiamo trovare il modo di farti fare qualcosa che ti piaccia, perché altrimenti ti stuferai presto, te lo assicuro> ci sono cose che lo preoccupano, evidentemente <io ti ho sentita parlare in questi anni, sei abituata a prendere aerei, a cene d'affari, a grosse vendite. Tuo padre è ricco come il mare e quei soldi, in gran parte, li ha fatti grazie a te. Le tue amiche sono figlie o mogli dei più grossi imprenditori della città e non venirmi a dire che adesso ti va bene tenere i conti di una panetteria> si appoggia al parapetto e guarda l'orizzonte <ho paura che tu ti renda conto di aver fatto una cazzata... guarda che poi son cazzi Hanna> passa una mano sulla fronte <anche stasera ho visto come ti guardava tuo padre... come uno che non sa cosa dire perché si guarda attorno e gli viene da ridere> . -
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Mano mano che lo ascolta aggrotta la fronte, decisamente perplessa; lei è poggiata col fianco al parapetto, le braccia ancora incrociate al petto.
<odio prendere gli aerei, ho sempre una paura fottuta di morire e il novanta per cento del viaggio lo passo in bagno a vomitare e a pregare di arrivare a toccare terra sana e salva; odio le cene d'affari, devi vestirti in un certo modo, ma non tanto per essere elegante, quanto per dare modo ai clienti di guardarti ben bene le tette così magicamente al momento del dessert sono più propensi a firmare il contratto; le grosse vendite? non mi sono mai interessate, come hai detto tu il grosso del guadagno è sempre arrivato a mio padre, e io non ho mai chiesto nulla se non il mio stipendio, per pagarci l'affitto di casa, sennò starei ancora dormendo nella cameretta di quando ero bambina>
Prende respiro e riparte <mio padre stasera mi guardava perchè non si capacita del fatto che io possa prendere una strada diversa; mia madre vive nel terrore che io soffra di nuovo per amore>
Cerca di posare una mano sul mento di Jerry, per fargli girare almeno il capo, se non tutto il corpo, verso di lei, per averlo di fronte, occhi negli occhi <io ho cercato una soluzione per noi, per darci una possibilità. un lavoro comune che ci permetta di stare insieme. perchè l'idea che tu riparta per andare chissà dove sinceramente mi fa schifo>. -
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<beh, è ovvio... chiunque ti darebbe della pazza se lasciassi un lavoro come quello per seguire qualcuno che apre una panetteria... qualcuno che, fondamentalmente, nessuno crede che sia il tuo compagno o che possa diventarlo. Per qualcuno io ti sto prendendo in giro o, semplicemente, sono soltanto una scusa per allontanarti da tuo padre e farti finalmente la vita che hai sempre desiderato> cerca di guardarla quando lei gli prende il mento tra le dita <non ho un altro posto dove andare Hanna... e non intendo trovarlo. Quindi vediamo di fare qualcosa e vediamo di fare in modo che funzioni, intesi?> .
Iniziamo? |
